Il web 2.0 può essere utile alla politica? A questa domanda hanno risposto politici ed esperti di comunicazione digitale intervenuti al convegno "Dalla rete sul territorio al territorio sulla rete?" organizzato da Società Aperta il 16 marzo 2009, che hanno dichiarato quanto segue.
Angelo Burzi, Presidente del Gruppo FI-PDL della Regione Piemonte: "I canali del web 2.0 possono risultare molto utili alla politica a patto che si utilizzino con la massima libertà e responsabilità".
Claudia Porchietto, candidata del centrodestra alla Presidenza della Provincia di Torino per il PdL: "Con la condivisione data dagli strumenti web 2.0 si può avviare un processo di scambio di opinioni costruttivo rivolgendosi ad un numero molto ampio di persone, che a loro volta hanno la possibilità di partecipare".
L’On. Daniele Capezzone, portavoce nazionale FI-PDL: "La comunicazione politica deve essere in parte digitale e in parte tradizionale, senza esclusione né dell’una né dell’altra e va organizzata per via prima territoriale, poi tematica ed infine telematica; piuttosto che top down, cioè verticale e generata dall’alto verso il basso, l’interazione dovrebbe essere maggiormente down-down".
Enzo Ghigo, coordinatore regionale FI-PDL: "Se in passato pochi pensatori hanno formulato idee universali, non è ipotizzabile che le prossime vengano create dal basso, magari dalla rete?".
Fabrizio Bellavista, consulente di comunicazione digitale: "Interattività e personalizzazione sono gli elementi fondanti di questo cambiamento, anche se Internet non soppianterà i vecchi media ma convivrà accanto ad essi. La rete rappresenta una nuova mentalità e un unico ambiente in cui ogni uomo è connesso con il mondo e in cui tutti possono partecipare volontariamente".
Chiara De Caro, fondatrice di Pickwicki.com: "Per quanto riguarda l'utilizzo del web in politica, bisogna ricordarsi che l’Italia è culturalmente diversa dagli USA; il digital divide è profondo sia dal punto di vista territoriale che anagrafico, per cui la sfida che i politici italiani dovranno affrontare sarà quella di portare innovazione e cambiare la mentalità dei propri elettori attraverso l’invenzione e non l’imitazione".
Angelo Burzi, Presidente del Gruppo FI-PDL della Regione Piemonte: "I canali del web 2.0 possono risultare molto utili alla politica a patto che si utilizzino con la massima libertà e responsabilità".
Claudia Porchietto, candidata del centrodestra alla Presidenza della Provincia di Torino per il PdL: "Con la condivisione data dagli strumenti web 2.0 si può avviare un processo di scambio di opinioni costruttivo rivolgendosi ad un numero molto ampio di persone, che a loro volta hanno la possibilità di partecipare".
L’On. Daniele Capezzone, portavoce nazionale FI-PDL: "La comunicazione politica deve essere in parte digitale e in parte tradizionale, senza esclusione né dell’una né dell’altra e va organizzata per via prima territoriale, poi tematica ed infine telematica; piuttosto che top down, cioè verticale e generata dall’alto verso il basso, l’interazione dovrebbe essere maggiormente down-down".
Enzo Ghigo, coordinatore regionale FI-PDL: "Se in passato pochi pensatori hanno formulato idee universali, non è ipotizzabile che le prossime vengano create dal basso, magari dalla rete?".
Fabrizio Bellavista, consulente di comunicazione digitale: "Interattività e personalizzazione sono gli elementi fondanti di questo cambiamento, anche se Internet non soppianterà i vecchi media ma convivrà accanto ad essi. La rete rappresenta una nuova mentalità e un unico ambiente in cui ogni uomo è connesso con il mondo e in cui tutti possono partecipare volontariamente".
Chiara De Caro, fondatrice di Pickwicki.com: "Per quanto riguarda l'utilizzo del web in politica, bisogna ricordarsi che l’Italia è culturalmente diversa dagli USA; il digital divide è profondo sia dal punto di vista territoriale che anagrafico, per cui la sfida che i politici italiani dovranno affrontare sarà quella di portare innovazione e cambiare la mentalità dei propri elettori attraverso l’invenzione e non l’imitazione".
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